Perché dedicare un focus professioni a quella del fotografo d’interni? Dopotutto quando si tratta di scattare immagini a proprietà immobiliari gli smartphone ormai permettono prestazioni di altissimo livello, e di fare da soli ciò che normalmente avrebbe necessitato della presenza di un professionista… Giusto?
Sbagliato.
Nonostante la loro figura entri in scena solo brevemente in quello che è il processo di produzione che porta una proprietà extra-alberghiera a essere pubblicizzata su internet, il fotografo d’interni è fondamentale per far risaltare un alloggio, di qualunque tipo esso sia.
Guardiamoci attorno, però: ancora oggi sui siti di diverse OTA ci si imbatte in foto descrittive decisamente non all’altezza: storte, sfocate, con i colori falsati. Non solo non servono a far avere al cliente un’idea chiara del posto che vorrebbero prenotare ma… lo mettono in fuga.
Il parere dell’esperta: Cristina Bisà
È per correggere questi e altri errori che abbiamo voluto sentire una voce autorevole della fotografia d’interni. Cristina Bisà si è specializzata in questo specifico settore e lavora da anni sia con host e property manager che con hotel e agenzie immobiliari, oltre che a collaborare con siti come Houzz, Homify o Kreek.
“Se non ci si affida a un professionista, in questo settore più che in altri è difficile non fare sbagli”, commenta Cristina. ” Partendo dal presupposto che bisogna dotarsi di un attrezzatura adatta, bisogna cercare sempre l’equilibrio… Nelle foto come nella vita”.
Poniamo che una persona non abbia il budget per affidarsi a un professionista: ci sono degli accorgimenti che è possibile utilizzare?
Fotografare ad altezza maniglia, perché spessissimo si tende a scattare dall’alto rivolti verso il basso. Questo vale sempre per evitare di far sembrare gli arredi troppo piccoli o storti, tranne che in quei casi dove magari c’è un soffitto un po’ particolare che si ha interesse a mostrare al pubblico, caso nel quale si alza un po’ la prospettiva per comprenderlo.

Quali sono i vantaggi di affidarsi a un professionista, invece?
Mettiamola così: in caso di guasto a un lavandino ci si affida a un idraulico o si tenta di ripararlo da soli? Certo, a volte si può essere in grado di fare tutto da sé, ma ci si affida anche un po’ al caso, no? Allo stesso modo, una persona che scatta le foto del proprio immobile da sé può perdere tempo e stancarsi salvo poi rendersi conto di non essere soddisfatto del risultato finale, o non ricevere riscontri da ciò che ha fatto: dalle foto brutte arrivano meno prenotazioni e meno visite al proprio sito, e quindi si pensa di aver risparmiato… Ma non si è risparmiato affatto. Allora meglio stare tranquilli e fare questo investimento – che posso assicurare non è affatto una cifra esorbitante, specie di questi tempi. Questo è un punto dolente: ci sono persone che vendono servizi a due soldi, e oltre a fare un lavoro di scarsa qualità abbassano i prezzi di mercato anche a tutte le altre persone dello stesso comparto.
Ci sono delle occasioni di apprendimento, dei corsi che ti sentiresti di consigliare?
Nonostante il settore inizi a essere inflazionato, a livello di didattica c’è pochissimo. Io stessa quando voglio seguire degli aggiornamenti devo cercarmi delle risorse in rete, oppure passare dai webinar dell’ Associazione Fotografi Professionisti. Per chi si avvicina a questo mondo, chiaramente ci sono dei corsi base di fotografia, che sono comunque utili per iniziare a orientarsi fra le ottiche da utilizzare… Ci sono invece dei corsi da home stager, dove il focus è su come riorganizzare una proprietà in vista di un inserimento online su un sito di OTA o di agenzia immobiliare: nell’ambito di queste lezioni, ci sono anche dei blocchi di ore dedicate alla fotografia d’interni.
Cinque consigli di Cristina prima di scattare una proprietà
- Togliere più roba possibile. “Spesso gli ambienti sono troppo pieni di oggetti, mobili e decorazioni – e non è detto che piacciano a chi è interessato ad affittare la tua proprietà. C’è una piccola differenza: per le agenzie immobiliari le foto dovrebbero essere le più impersonali possibili, mentre se si punta ad affittare a breve termine può essere carino, purché la foto sia fatta con criterio, vedere qualche tocco personale qua e là. Dipende anche dalla casa. Diciamo che è importante avere presente quale sia il proprio target quando si affitta: di conseguenza ci si può muovere sistemando gli ambienti per colpire un tipo di pubblico piuttosto che un altro”.
- Cercare di scattare alla massima risoluzione. “Preferibilmente in formato .RAW, per poter effettuare una post-produzione accettabile. I corsi di home staging danno un’infarinatura ma difficilmente si concentrano sulla successiva sistemazione dell’immagine, che serve a non far apparire gli ambienti artificiali o deformati”.
- Come scegliere un’inquadratura. “Da preferire quelle classiche agli angoli o centrali (per le centrali meglio evitare se possibile grandangoli troppo spinti, soprattutto se la stanza è grande!)”.
- Una riflessione sulla luce. “Siccome non si usa la luce naturale, è più complicato gestire quella degli interni. Uno degli sbagli più frequenti e al quale nessuno fa caso è la temperatura diversa delle luci. Per esempio, in un salotto ci si può trovare con una luce fredda centrale e una calda di lato, oppure un salotto con luce calda e il bagno con luce freddissima: quello che risulta è un salotto rosso e un bagno blu… Nello stesso annuncio”. L’effetto finale? Schizofrenico.
- Un messaggio speciale per chi allestisce gli ambienti da fotografare. “Anche se sembrano giuste come sono, perdi tempo a stirare le lenzuola del letto: le foto restituiscono le grinze in maniera impietosa”.