Un segnale incoraggiante per il turismo. Dal 3 giugno l’Italia riapre le frontiere ai paesi Ue senza distinzioni e senza autocertificazione. Per chi arriverà nel nostro paese non sarà più prevista la quarantena obbligatoria con isolamento di 14 giorni. La misura è stata varata nella notte con un nuovo decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri.
Spiega palazzo Chigi dopo il Consiglio dei ministri che ha approvato il dl che definisce la Fase 2:
“A decorrere dal 3 giugno 2020, gli spostamenti tra regioni diverse potranno essere limitati solo con provvedimenti statali (…). Tali norme varranno anche per gli spostamenti da e per l’estero, che potranno essere limitati solo con provvedimenti statali anche in relazione a specifici Stati e territori, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico e nel rispetto dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea e degli obblighi internazionali. Saranno comunque consentiti gli spostamenti tra la Città del Vaticano o la Repubblica di San Marino e le regioni confinanti”.
Per ciò che riguarda i paesi europei invece, notizie trapelate da Bruxelles parlano di riapertura delle frontiere tra poco meno di un mese. Lo stop dei viaggi “non essenziali” verso, dentro e fuori dall’Europa è stato inizialmente decretato il 16 marzo con scadenza l’8 aprile. Una prima deroga lo aveva allungato fino al 15 maggio e ora l’ultima decisione potrebbe portarlo fino al 15 giugno, e non oltre.
Una notizia positiva per coloro che sperano in un ritorno alla normalità in previsione dell’estate.
Al momento (e fino al 15 Giugno) le uniche persone esenti dalle restrizioni sono coloro che devono essere rimpatriati nel loro Paese. Questo comprende cittadini dell’UE, cittadini di paesi Schengen non UE, i loro familiari e i cittadini di altri paesi che hanno soggiornato per un lungo periodo nell’UE e devono far ritorno a casa.
Sono esenti dallo stop anche medici, infermieri, operatori sanitari, ricercatori ed esperti che contribuiscono a far fronte al Coronavirus oltre alle persone che trasportano merci, i lavoratori frontalieri e i lavoratori agricoli stagionali che dovrebbero continuare a essere autorizzati a entrare nell’UE.
Sono 30 in totale i paesi interessati da queste disposizioni ovvero gli Stati membri Schengen (compresi Bulgaria, Croazia, Cipro e Romania) e i 4 Stati associati Schengen (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera).
È Ylva Johansson, commissaria europea per gli Affari Interni, a spiegare che il ritorno alla normalità sarà graduale e ci saranno diverse fasi:
“Dobbiamo procedere per fasi e in modo coordinato. Il nostro primo obiettivo è ripristinare il normale funzionamento dello spazio Schengen di libera circolazione non appena la situazione sanitaria lo consentirà. Prima di poter eliminare le restrizioni alle frontiere esterne e consentire l’accesso all’UE per viaggi non essenziali a chi non vi risiede, occorre abolire gradualmente le restrizioni alla libera circolazione e i controlli alle frontiere interne”.
Ovviamente prima di muoversi il consiglio è sempre lo stesso: verificare le modalità sul sito ufficiale del Ministero degli Affari Esteri.